Varie
La vera storia della giacca fucsia
Oggi guido da solo e non tiro più su il finestrino nelle gallerie.
Oggi decido dove, quando e come andare verso qualsiasi cosa.
Oggi, vorrei carezzare la coccinella che è arrivata a me nella notte.
Con lei volerei sino ad un campo pieno di ciliegi, un campo che è custode della mia piccola storia.
C’era un tempo, alcune primavere fa, in cui la sera si raccontavano le gesta e si ripensava a quanto s’era veduto nelle ore di luce.
Quando il buio è troppo fitto, raccontare storie luminose può aiutare a raggiungere prima la nuova alba senza avere paura della notte.
Nel campo dei ciliegi viveva un piccolo uomo con una testa grande e minute spalle a sorreggerla.
Era un uomo di cuore che coltivava la terra e amava i suoi ciliegi.
La sua bontà era così grande al punto da fargli escogitare un sistema particolarmente ingegnoso per allontanare i volatili dal suo piccolo podere.
Se costruissi uno spaventapasseri alla vecchia maniera, con un cappellaccio, braccia di legno torte verso l’alto e gambe di paglia per certo farei fuggire gli uccelli, spaventandoli a morte, ma non è nella mia natura spaventare il prossimo, umano, animale o vegetale che sia.
Se appendessi una giacca all’albero, una giacca che si muove nel vento, gli uccelli potrebbero pensare che è quella di un angelo che è andato di corsa a soccorrere qualcuno…e intimoriti dalla possibilità d’essere sorpresi al suo ritorno, rinuncerebbero a beccare la mia frutta.
Così fece, prese una vecchia giacca fucsia che non andava più a sua moglie e l’appese tra i suoi ciliegi.
Il vento che passa attraverso i monti la faceva fluttuare nell’azzuro del cielo.
Passando di lì, un giorno di primavera, la vidi e me ne innamorai.
Per molti anni, in diverse stagioni,passai di là per controllare se la giacca dell’angelo c’era ancora e la trovai sempre.
L’uomo buono la vide sfilacciarsi con la neve,il gelo e i venti dell’appennino, ma non ebbe mai il coraggio di gettarla via.
Buttereste voi via l’abito di un angelo?
Oggi che guido da solo e decido dove, quando e come andare verso qualsiasi cosa, ho scoperto ripassando da quel podere che la giacca esiste ancora. Non vola più ma tiene caldo e compagnia al fusto di un giovane albero.
Nel campo dei ciliegi vive un piccolo uomo con una testa grande e minute spalle a sorreggerla.
E’ un uomo di cuore che coltiva la terra , ama suoi ciliegi e le creature alate, siano passeri come angeli.
2 Comments
evtngbutheshoes
Buongiorno!!
Foto bellissime e parole altrettanto belle.
Delle due però mi affascina di più la prima . Senza offesa eh!
Credo perchè sono negata : non ho l’occhiobbiettivo.
Susanna
albertoterrile
…la seconda è solo per mostrare che la giacca è ancora là dopo anni….tutto ciò che “sta in terra” è meno seduttivo di ciò che sta sospeso…in alto no?
E’ l’eterno mistero dell’umanità….ciò che è “in alto” e ciò che appartiene al suolo.
Rivendico da sempre il diritto di poter avere la testa tra le nuvole…che non significa, come pensavano certi miei professori il vagare senza senso.
Ho una rotta precisa, una linea,un filo invisibile che seguo.