Varie
Foto: © Alberto Terrile 2008
La mia parte femminile
La mia parte femminile opera con cura e osserva il particolare: è l’ attenzione alle sfumature siano queste delle cose come delle persone del mondo.
La mia parte femminile è quella che risuona come un diapason nel vedere vibrare steli d’erba e fiori gialli, quei fiori che lasciano il loro colore su pantaloni di fustagno che attraversano il campo.
La mia parte femminile mi fa sentire diverso interiormente, depone parole e sensi dove forse dovrei disporre con metodo travi e linee che profumano di concretezza.
La mia parte femminile è quella con cui piango, mi consacro nell’anima come nel corpo a chi amo,quella che si lascia trasportare dal sogno in un sogno ancora più grande.
La mia parte femminile è quella che cede molto dopo la parte maschile.
Quando, per i casi della vita, incontro delle “Virago” non penso all’etimo quindi che siano “tratte dall’uomo”, ma percepisco solo combattività sorda, quella volontà di andare alla guerra e di e combattere. E’ questo il superamento forse dell eterno femmineo? Oggi sempre più, per reazione forse, o per sottrarsi all’idealizzazione estrema dell’idolo, al mito dell’amore fatale, che le rende cieche, le donne virano verso gli aspetti meno piacevoli e rassicuranti del “maschile?”
Alla donna vorrei chiedere:- “ L’amato è solo un mezzo per scatenare un immaginazione sfrenata, per colmare un vuoto interiore infliggendosi delle sofferenze che paiono intollerabili?
L’amore non è nelle strategie per rivederlo e nella comprensione di quello stato di gelo che può nascere quando si è invasi dal pensiero di Lui e lo si vede allontanarsi….l’amore non riposa nel terrore dell’abbandono né nel calore di un sorriso necessario per non morire, poco a poco.
Ma per opporsi a questo, è necessaria una concessione alla psicologia maschile?
L’impressione è che il femminile così facendo (sposando la psicologia maschile), come diceva Jung arrivi ad un punto per il quale non può più tornare indietro “senza un grave danno spirituale”.
6 Comments
bloglalontra
Ma secondo te tutti noi abbiamo una parte femminile?
E se iniziassimo a negare la “classi”cità e la “classi”ficazione?
…verso il nuovo…
albertoterrile
Certo ognuno ha una parte femminile,più o meno spiccata…è curioso vedere in cosa alberga e che effetti produce.
La mia spesso ha fatto attrazione in prima istanza e detrazione in seconda…sulle donne….
Poi qualcuno la rimpiange perchè era la parte che sapeva condividere l’essenza….ma spesso si preferisce una costruzione più solida, specie chi è fragile…perchè appoggiarsi all’uomo “nella sua classicità” resta ancora un caposaldo.
L’uomo che pratica la vertigine, che si confonde e s’emoziona ha talvolta degli aspetti isterici che poi “nuociono”….o fanno dire:- NON SO COME PRENDERTI…ma in realtà NON C’E’ NULLA DA PRENDERE….nulla da AIUTARE….nulla da CAPIRE….s’accetta oppure ci si rivolge altrove….
Siccome ti conosco….caro LONTRO/A posso dir che in te c’è tantissimo femminile…. che quando sceglie le parole, per tua nonna ad esempio, finisce per toccare corde profonde…..
gioeco
Domanda.
Perchè il pianto deve essere identificato come di genere femminile, come anche la sensibilità e tutto ciò che ne consegue ?
Alberto, ti prego, non mi picchiare verbalmente. Non pensare che sia un attacco od un tentativo d’offesa ma solo un bisogno di dibattito… (è nella capacità di dialogo senza paure che si ha l’opportunità di crescere/maturare)
Ma non sei un tipo anticonformista ?
Un tipo che si tira fuori dai soliti canoni (ma non dalle canon ? A proposito che marchingegni usi per le tue foto ?) ?
Dire che il comportamento senza pianto sia maschile mentre la sensibilità sia prerogativa femminile ragazzo mi sembra troppo scontato.
“Cazzo” ;+) anche gli uomini piangono pur restando sempre uomini e quelli che non lo fanno semplicemente hanno paura di scadere nel preconcetto femminile.
O no ?
Cordial-mente
Giovanni
albertoterrile
Certamente il pianto è proprio di entrambi i sessi. Alcune volte, coniugato dal femminile diviene strumento conscio o meno per indurre compassione se chi lo riceve, chi vi assiste ha già dimostrato la resa o l’accoglienza delle istanze che provocano detto pianto .
Oggi mi sto interrogando invece su un’altra questione…quando chi se ne è andato da te perchè riteneva terminata l’esperienza,oppure giunta ad un vicolo cieco, ritorna SOLO PER DIRE QUANTO TI HA AMATO e QUANTO TI AMA….pur restando nella sua vita e nuova relazione.
Quali le istanze di chi sente di dover DIRE UNA COSA DEL GENERE?
Non è un modo estremamente egoistico per continuare a tenere legato a se chi si è lasciato?
Troppo spesso le persone non hanno coscienza di quanto le parole possano vanificare percorsi di cicatrizzazione, d’elaborazione del lutto….simpaticamente potremmo dire (se non si sdrammatizza è un bel casino) che con frasi “Sei la persona che più ho amato e amo” avviene l’effetto MONOPOLI quando pescando la carta arancio IMPREVISTI leggi: da qualsiasi postazione sei PASSA DAL VIA….ma senza ritirare le 20.000 lire…..come dire RIPARTI DA CAPO E NON GUADAGNI NIENTE….mentre in situazioni del genere forse perdi addirittura qualcosa…….
albertoterrile
……ahhh, io uso CANON per il digitale.
Nell’analogico CONTAX RTS II con ottiche Zeiss nel formato 135mm
e Hasselblad 500 CM sempre con ottiche Zeiss per il formato 120 mm.
gioeco
Due sono le cose che non so acquistare.
Macchine fotografiche… e
MAC
Forse perchè mi reputo uno che si impunta di non voler approfondire perchè non è in grado…..(in verità i software mac costano troppo)
Detto questo…
Grazie per la civiltà con la quale mi hai risposto….
Non dubitavo in tal senso ma a volte il colore interpretativo delle parole scritte può dipendere dalla giornata.
Persona che ritorna ?
E ti rivela il suo grande amore intenso oramai passato?
A dire il vero Non ho mai provato questo stato d’animo… come a dire mi manca…. e non è detto che ne sia esente… Dunque profferendo….in tal senso….
Potrei essere come l’elefante tra i cristalli di un negozio di antiquariato di Via del Corso…
Egoismo …puro…impuro, tagliato o come lo si desidera…
Beato silenzio ?
Nella vita si passano molti momenti difficili… i lutti ai quali si va incontro, siano essi fisici o mentali sono fin troppi…. è per questo che a volte dovrebbe regnare il buon senso e questo senza sapere chi possa aver detto le parole frutto d’egoismo.
Un egoismo che nasce anche dall’esigenza di paragonarsi al prossimo percependosi superiori… or dunque distaccati, pieni di pregi mentre gli altri restano stracolmi di difetti.
Delle volte l’accompagnarsi assieme ad altri può mettere in luce la realtà che ad essere facile non sia proprio nessuno.
Scagli la prima pietra colui il quale si trova facile in tutto e per tutto.
In definitiva non siamo proprio noi esseri umani, fatti per nascere e morire da soli ?
Cordial-mente
Giovanni