Varie
NON SONO QUI….
L’errore che si compie sovente risiede nell’incapacità del vivere l’attimo presente. Noi siamo “Qui… adesso” mentre la distrazione ci riporta verso un passato (immutabile) o ci rende timorosi verso un futuro che è ancora da venire. La nostra mente talvolta pare incontrollabile e oscilla come l’ago di una bussola mosso da una calamita. Facciamo tutto da soli . Il nostro ego diviene il nostro carnefice, stiamo male intimamente e questo dolore ci riempie sino a traboccare come da un vaso colmo rendendoci vani per noi e per gli altri.
Un contenitore già pieno non ha spazio per altro.
Abbandono il plurale e accetto di dire :- è vero,io spesso sono stato così, e ancora lo sono talvolta. Allora mi propongo “ora” e non domani, non nel futuro, di lasciare questo vaso che metaforicamente mi rappresenta, il più vuoto possibile affinché possa riempirsi non solo di ciò che chiamo “Me”.
Un contenitore già pieno non ha spazio per altro.
Abbandono il plurale e accetto di dire :- è vero,io spesso sono stato così, e ancora lo sono talvolta. Allora mi propongo “ora” e non domani, non nel futuro, di lasciare questo vaso che metaforicamente mi rappresenta, il più vuoto possibile affinché possa riempirsi non solo di ciò che chiamo “Me”.
Henri J. M.Nouwen scrive: Il grande paradosso della vita spirituale è in verità che ciò che è più personale è più universale,il più intimo è il più comune e il più contemplativo il più attivo.
8 Comments
gioeco
Per sopravvivere, vivere sopra intendo, si impara a svuotare quel contenitore, la zavorra, per poi ritrovarsi a riempirlo con ciò che arriva continuando, provando a vivere la propria vita.
E lì scopri che ti può capitare di tutto.
Dagli amici stronzi ai nemici leali.
Cordial-mente
Giovanni
albertoterrile
Amici stronzi e nemici leali….
…capisco queste parole, talvolta c’è chi cavalca il termine AMICO, parola che non s’è attribuita ma ha ricevuto attraverso una forma d’amore e condivisione.
Forte di questo “stato”, di questa attribuzione lui/lei finirà per operare remando contro all’improvviso, per ferire, mortificare….nell’illusione egotica d’esser NEL GIUSTO….o ancor peggio, consapevole di non essere NEL GIUSTO ma utilizzando il canale privilegiato dell’esser definito AMICO/A per operare gratuitamente DISTRIBUENDO DISPREZZO A MANCIATE…
Se c’è inconsapevolezza si può perdonare….altrimenti se è fatto scientemente diviene cosa atroce.
A memoria credo che semi di questo agire umano siano rintracciabili nella Bibbia.
gioeco
Sarà che io ho sempre attribuito a questa parola, la parola AMICO un significato particolare ma non per attendermi qualcosa ma solo per condividermi, scoprendo poi di esser diventato più volte il supermarket dal quale attingere fiducia, passione, condivisione grazie anche all’ausilio del passa parola.
“E vai quello lo coglioni in due secondi”.
Di queste situazioni te ne accorgi quando facendo quello che è giusto fare, magari agendo con professionalità e non per secondi fini, perchè hai semplicemente cominciato ad attribuire il giusto significato alle parole che un certo tipo di professionalità ti aiuta a trovare ed associare, ti ritrovi a combattere con una improvvisa “finta” schiettezza e frasi del tipo “forse non ci siamo capiti”
La colpa può anche essere di chi si ritrova a subire soprattutto se ha il dono/maleficio di non dimenticare nulla, neanche una parola.
Questo perchè non ha l’abitudine di usare a vanvera le frasi per farsi bello oppure sembrare ciò che non è.
Non citerò qui di seguito il testo della canzone che potrebbe aiutare a capire il senso di ciò che sto dicendo perchè potrei essere “giudicato” male da qualche lettore del blog più propenso a musica “forte” ;+)p
Cordial-mente
Giovanni
harambee
Per accettare che il vaso sia vuoto(vuoto di me, dei ruoli delle mascere che io mi son data o che gli altrimi hanno dato)occorre rischiare di non riconoscerlo più, di perderlo…
Non è facile.Ad ogni momento qualcosa del passato chiama, dentro e fuori, un coro di voci chiede “Chi sei? Sei ancora tu…” e poi il più delle volte se ne vanno o sono io adandarmene senza saperlo magari.C’è una priorità nell’essere Qui, non so bene come, ma c’è.
Il vaso si assotiglia nella solitudine, non quella d’isolamento di fuga quella del canto… E’ una solitudine commossa da una lontanza non separata, indispensabile, naturale (non lo capivo, prima)
No, non è facile ma neanche impossibie, forse assomiglia alla condizione di quel fiore (Crocus ?) che hai fatto apparire qui…ha alle spalle un albero un po’ sfocato dalla giusta lontanaza,ed tanti altri fiori..Come comunicano i fiori,come saranno amici?
Condividono nella terra radicati, sotto al cielo il vento e si scambiano ondeggiando il profumo e quando non ce l’hanno condividono non avendolo comunque l’essere fiore… Non si tratta di bisogno o riconfermema…di esserci. QUI.
:-) Grazie…Alberto e Giovanni
Kaapi carla
P.S:
Nella mia vita sono in connessione da un po’ con “I’m not there” di Bob Dylane, con la sua opera edil suo modo di esserci
(o non esserci)…ma non riesco ancora a scriverne…ascolto.
:-)
albertoterrile
Chi sei?
Sei ancora tu?
Cosa è cambiato attorno?
Cosa è cambiato in me?
Domande che nascono ed io ritorno indietro per caso e leggo cosa ho provato il giorno della morte di mia nonna, morte non metabolizzata, magma in movimento….
Rileggo stamane,Domenica delle Palme,prima di andare a lavorare questo stralcio di cronaca. Cosa mi manca?
Il tempo da dedicare ai pensieri.
Il tempo del ricordare in silenzio.
La vita è un passare da una cosa all’altra di fretta, soffrendo e gioendo in velocità…sommando tutto e non capendo niente?
Cosa mi manca?
Il tempo per metabolizzare tutto?
Il silenzio necessario per farlo.
Relazionarsi col mondo e gli altri obbliga ad interagire,sia per dovere che per Amore.
Vorrei pensarti Alberta non alla sera e nel principio del mattino, ricordandoti in una strana forma di preghiera strappata agli impegni che per “educazione” sei abituato a mantenere.
Vorrei poter avere più tempo….è che in questo tempo a volte c’è spazio per una maggiore sofferenza…..e allora?
Ben venga la fretta del quotidiano?
Comunque…non sono qui…….
…sto nuovamente cercandomi….di nuovo….sono quarantasette anni che lo faccio….gioco a nascondino con me stessso…e mi spavento…come un bambino…mi spavento da solo nel timore…di che?
Di cosa?
Ho lo stress di tanti mesi che bussa al mio uscio…il mio corpo che s’ammala è il campanello.
gioeco
Mi rendo conto che cercare tempo per se stessi non avendolo rappresenta un falso problema.
Perchè ?
Perchè pur avendolo son convinto che buona parte verrebbe usato per progettare nuovo stress ;+)
“Quello potrebbe esser fatto così ?”
“No, se mi dovesse capitare saprei esattamente cosa fare ?”
“Quando ritorno chiamo e metto ordine ?”
Ed intanto passa quello che c’è a favore di quel che non c’è.
Sono certo che basterebbe anche solo un giorno di festa, di quelli in cui le ore possano sembrare così lunghe da mandare in ferie l’oroglogio.
Basterebbe ritrovare gli amici quelli dai quali non ci si sente mai giudicati ma soprattutto in competizione. Anche solo al bar
alla faccia dei tempi stretti.
Alberto se può esserti d’aiuto Per me Gennaio è stato il mese più duro.
Dopo le continue malattie da abbassamento immunitario durate per circa tre mesi, Gennaio mi ha lasciato un vuoto immenso, stanchezza, bisogno di fuga tanto da farmi rinchiudere in casa fin dalle 17 del pomeriggio.
Cosa davvero inusuale per il sottoscritto.
Poi, dopo uina settimana di questa vita passata ad immaginare la mia fine, non so cosa sia successo.
Forse incosciamente ho ascoltato quel silenzio di cui tutti hanno bisogno ed è possibile provarlo anche non riuscendo ad andare in vacanza.
Improvvisamente mi son ritrovato fuori da quel guscio.
Oggi ho mille progetti.
Sto pure dimagrendo perchè non ho nemmeno il tempo di mangiare (in realtà non ne sento la necessità).
Sto prendendo un sacco di mazzate.
Sto vivendo un mare di incertezze.
Tutto questo pur consapevole che al di là del fatto che io possa percepirmi terrenamente solo, IO NON SONO affatto SOLO.
Con affetto.
Cordial-mente
Giovanni
utente anonimo
Prenditi il tempo di contemplare questa vita che si apre davanti a noi,uscendo dalla fretta quotidiana,dallo stress.
I segni della natura ci aiutano a comprendere i valori che non possono essere soppressi.
La fioritura è il ritorno della vita dopo la morte invernale, è la risurrezione.
“Ogni pianta aspira al frutto/ ogni alba si fa sera/nulla dura sulla terra/tutto muta e fugge via/gioca la tua partita ,non fare resistenza/lascia che tutto segretamente accada/lascia che il vento ti porti via/ e verso casa ti trascini….
gioeco
Ti lascio testimonianza del mio modo di reagire, agire contro.
http://it.youtube.com/watch?v=yY8Toa1FP_A
Cordial-mente
Giovanni (che gioca a fare il creativo in una mattina di marzo)