Varie
Foto: © Alberto Terrile 2008 courtesy of : Giovanni Di Cicco e Francesca Zaccaria
REALTA’,SOGNO E MASCHERE
Esistono persone che credono che immergendosi nel virtuale possano mostrarsi o addirittura essere diverse da come sono lontane da un computer. Indossano una maschera con cui scendono sul palcoscenico di un mondo immaginato. Non è così e ancor meno lo è quella vita, vera a cui di diritto apparteniamo. La vita non è un palco, sebbene il tempo odierno preferisca chi recita una parte, un ruolo rispetto a chi, s’offre per ciò che realmente è, esponendosi come è ovvio alle critiche e non solo ai complimenti. Essere se stessi non è cosa semplice, perché ognuno di noi è anche la somma di tanti errori fatti, come di errori ereditati dai geni di coloro che chiamiamo genitori. Nessuno è perfetto, io, men che meno. L’importante è capire cosa possiamo utilizzare, come attingere dai nostri errori per migliorarci o per offrire all’Altro spunti e suggerimenti per un buon vivere, un buon sentire. I nostri errori non divengano orrori per l’Altro. I nostri errori sono retaggio, nel loro venire considerati, del passato che è un tempo al quale non è più possibile porre rimedio. Dobbiamo impegnarci nel presente, costruendo e non demolendo, sottraendo semmai, ciò che non è più necessario e talvolta sottraendoci a chi cerca solo di provocare ostilità per il gusto di “giocare” o perché ha dei conflitti che vanno al di là delle nostre azioni compiute con una coscienza ed una misura. Il futuro invece và sognato nella giusta dimensione, io promotore di sogni ad occhi aperti ho imparato a mie spese che il sogno tout court porta all’idealizzazione, che l’idealizzazione è spesso proiezione sull’Altro di ciò che non gli appartiene e inevitabilmente questo porterà a scottanti delusioni colui che proietta e farà sentire sminuita la personalità e l’essenza di chi si trova investito di un ruolo che non gli è proprio.
Il sogno è quindi del futuro, un momento necessario di propulsione verso il domani, un progetto che se pensato in un presente, in un qui ed ora, deve trovare in questo tempo….in questo che chiameremo “il nostro oggi” la sua possibilità di esistere…..vale per chi è solo, per chi è in coppia, per ogni sesso e specie.
Il sogno và sognato, certamente e poi, in seconda istanza dobbiamo lavorare nell’oggi per realizzarlo se ci crediamo e questo và fatto senza recriminare sul passato, agendo in tempo reale perché l’uomo è specchio di natura … se il vento è troppo forte e le foglie sono troppo tenere o troppo vecchie potrebbero venire portate lontano, troppo lontano senza che nessuno si curi di raccoglierle.
Il sogno è quindi del futuro, un momento necessario di propulsione verso il domani, un progetto che se pensato in un presente, in un qui ed ora, deve trovare in questo tempo….in questo che chiameremo “il nostro oggi” la sua possibilità di esistere…..vale per chi è solo, per chi è in coppia, per ogni sesso e specie.
Il sogno và sognato, certamente e poi, in seconda istanza dobbiamo lavorare nell’oggi per realizzarlo se ci crediamo e questo và fatto senza recriminare sul passato, agendo in tempo reale perché l’uomo è specchio di natura … se il vento è troppo forte e le foglie sono troppo tenere o troppo vecchie potrebbero venire portate lontano, troppo lontano senza che nessuno si curi di raccoglierle.
4 Comments
harambee
“se il vento è troppo forte e le foglie sono troppo tenere o troppo vecchie potrebbero venire portate lontano, troppo lontano senza che nessuno si curi di raccoglierle.”
Sì, certo…
Se foglie troppo tenere o vecchie s’abbandonano al vento senza opporsi, lasciandosi trasportare…qualche sensosicuraente quel viaggio lo avrà… Non si può sapere prima, l’essenza comunque lo sa… Noi ci confondiamo tesi come siamo a giudicare, a prevedere, a sfidare o proteggerci..
Voilà, un alito i Vento…
Grazie…
:-)
kaapi
albertoterrile
Nel mio mondo interiore il lasciarsi trasportare è l’affidarsi a…… che non è più una persona ma Altro. Percorso non semplice, non esente da profondi dubbi e da grande senso di buio e di silenzio…ciononostante, insisto a lasciarmi andare verso quell’idea che si farà incontro in ultimo.
albertoterrile
Instantes – Istanti
Si pudiera vivir nuevamente mi vida.
En la próxima trataría de cometer más errores.
No intentaría ser tan perfecto, me relajaría más.
Sería más tonto de lo que he sido,
de hecho tomaría muy pocas cosas con seriedad.
Sería menos higiénico.
Se potessi vivere di nuovo la mia vita.
Nella prossima cercherei di commettere più errori.
Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di più.
Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato,
di fatto prenderei ben poche cose sul serio.
Sarei meno igienico.
Correría más riesgos,
haría más viajes,
contemplaría más atardeceres,
subiría más montañas,
nadaría más ríos.
Correrei più rischi,
farei più viaggi,
contemplerei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei in più fiumi.
Iría a más lugares adonde nunca he ido,
comería más helados y menos habas,
tendría más problemas reales y menos imaginarios.
Andrei in più luoghi dove mai sono stato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali, e meno problemi immaginari.
Yo fuí una de esas personas que vivió sensata
y prolíficamente cada minuto de su vida;
claro que tuve momentos de alegría.
Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto
della loro vita sensati e con profitto;
certo che mi sono preso qualche momento di allegria.
Pero si pudiera volver atrás trataría
de tener solamente buenos momentos.
Por si no lo saben, de eso está hecha la vida,
sólo de momentos; no te pierdas el ahora.
Ma se potessi tornare indietro, cercherei
di avere soltanto momenti buoni.
Chè, se non lo sapete, di questo è fatta la vita,
di momenti: non perdere l’adesso.
Yo era uno de esos que nunca
iban a ninguna parte sin un termómetro,
una bolsa de agua caliente,
un paraguas y un paracaídas;
si pudiera volver a vivir, viajaría más liviano.
Io ero uno di quelli che mai
andavano da nessuna parte senza un termometro,
una borsa dell’acqua calda,
un ombrello e un paracadute;
se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero.
Si pudiera volver a vivir
comenzaría a andar descalzo a principios
de la primavera
y seguiría descalzo hasta concluir el otoño.
Se potessi tornare a vivere
comincerei ad andare scalzo all’inizio
della primavera
e resterei scalzo fino alla fine dell’autunno.
Daría más vueltas en calesita,
contemplaría más amaneceres,
y jugaría con más niños,
si tuviera otra vez la vida por delante.
Farei più giri in calesse,
guarderei più albe,
e giocherei con più bambini,
se mi trovassi di nuovo la vita davanti.
Pero ya ven, tengo 85 años y sé que me estoy muriendo.
Ma vedete, ho 85 anni e so che sto morendo.
Jorge Louis Borges
(preso a prestito dal Diario dell’amico B Zoia contrabbassista… noto come CONTRABBUBIS)
cronomoto
Dici bene, i sogni sono propulsori.
E questo non significa essere un sogno, trasformarsi e mascherarsi al mondo.
Scriveva Buzzati:
“Di chi hai paura, imbecille? Della gente che sta a guardare? Dei posteri, per strano caso? Basterebbe una cosa da niente: riuscire a essere te stesso, con tutte le stupidità attinenti, ma autentico, indiscutibile. La sincerità assoluta sarebbe di per se stessa un documento tale! Chi potrebbe muovere obiezioni? Questo è un uomo, uno dei tanti se volete, ma uno. Per l’eternità gli altri sarebbero costretti a tenerne conto, stupefatti.”
un saluto
L.