Varie
Mia nonna Alberta e famiglia 1935/6
LE IMMAGINI SONO CONTAGIOSE
….avrai notato che, quando si aspetta con impazienza qualcuno la cui venuta sia solo probabile (amante, spacciatore, etc) si tende a vederlo in chiunque gli assomigli anche solo vagamente. L’immagine è contagiosa e circola con maggiore velocità del corpo che ne è pretesto. ( di Franz M. amico morto di overdose tanti anni fà)
Le emozioni che proviamo, sono come dal loro etimo “ex movere”, un movimento che parte da noi e và verso l’esterno. L’ippocampo è il posto dove vengono stivate mentre il volto, spesso è il luogo dal quale vediamo dipartire le nostre emozioni. Volto inteso come superficie in movimento, superficie che racconta o commenta attraverso rossori d’imbarazzo, occhi lucidi e pupille dilatate o aperture al sorriso. Le emozioni alle quali presto maggior interesse sono quelle di relazione, le emozioni che comportano un rapporto con gli altri. Per chi si occupa di ritrattistica le emozioni sono fondamentali perché quando si va ad operare sull’Altro, con quell’atto volto a ritrarre, dovremo tenere conto delle emozioni che il soggetto fotografato prova in rapporto al soggetto fotografante e viceversa. Nello spazio tra queste due forme di un “Accadere” nasce quell’immagine che andrà a fissare quel volto per sempre.
Sto insegnando queste cose in Accademia, e gli allievi ne sono interessati. La scorsa lezione mentre spiegavo come l’inconscio registri l’immagine ancor prima della parola, senza che noi se ne abbia quasi potestà ho fatto in modo e maniera di coinvolgere nella discussione una neuropsichiatra che ha illustrato l’azione dei neuroni a specchio e degli esperimenti svolti a partire dai primi anni novanta, perché desideravo completare un discorso che partiva da lontano, dal fatto che i mistici cristiani, come gli orientali spesso evitano certe immagini, le immagini in generale, conoscendone la pericolosità. Ciò che noi vediamo in un Horror, lo stupro in tv,vero o finto che sia, i miliardi di immagini che circolano in rete,sulle riviste, sono cose che finiremo a stivare in noi e che al momento buono riemergeranno, creando qualcosa di altro in noi, pertanto occorre fare molta attenzione alle immagini. Ecco un esempio vissuto in prima persona.
Per anni ho amato un immagine che ritraeva mia nonna Alberta, giovane, assieme a mio nonno a mio padre e mia zia allora bimbi. Non so perché ma mia nonna la trovavo in quell’immagine molto bella, (scoprii poi che era considerata una delle ragazze più belle del paese) fiera della sua famiglia che con una forma d’Amore totalmente scomparso ha cresciuto ed amato. Perse mio nonno che aveva appena quarant’anni e da allora non ha mai più desiderato un uomo né concepito qualcuno che lontanamente potesse sostituire nel cuore come nelle giornate mio nonno Giovanni Battista Terrile, ferroviere. Sono tutti e quattro sulla collina dove sono solito ammirare il tramonto, leggere e scattare migliaia di fotografie. Quest’immagine come è ovvio da ciò che ho detto poco sopra mi è restata dentro e un giorno di parecchi anni fa rimasi colpito incontrando una ragazza in una trattoria, ne restai attratto, la trovavo bellissima….e non capivo esattamente a cosa ciò fosse dovuto….solo che ne ero attratto senza neppure averla sentita parlare.Tempo dopo presi a corteggiarla e conoscendola e purtroppo idealizzandola (vedi post precedente sull’errore dellsa proiezione sull’Altro) finii per innamorarmene e iniziò una storia di cui sin troppo ho parlato, al punto che non voglio più dirne. Un giorno riaffiorò la foto di mia nonna, oramai io e quella ragazza eravamo una coppia con un bel progetto di vita a due….e capii. Osservai la posa della mano, il fisico magro, lo sguardo serio…..avevo ricordato e fatto riaffiorare quell’immagine di mia nonna e l’avevo ritrovata nelle sembianze di colei di cui mi innamorai. Un giorno venne a casa sua madre….vide la foto e esclamò:- Guarda….sembro io da giovane! Praticamente un gioco di matriosche.
Inevitabile dire che ciò che fisiognomicamente è simile non ha alcun riferimento con il carattere e le modalità dell’agire. Mia nonna condusse una vita di famiglia terminata pochi mesi fà con un cancro all’intestino mentre la mia ex è altrove ad inseguire se stessa ed i suoi sogni che le auguro di riuscire a concretizzare mentre io sono a continuare la mia vita coltivando il mio sogno, avvicinandolo ogni giorno che passa.
Tornerò sulla collina da solo e da quella collina ricostruirò la mia vita, come sto ricostruendo una casa, uno studio ed un progetto lontano dalla citta. La volontà non mi è mai mancata, conosco il buio e la luce, ma non solo nella fotografia, anche nella Vita e la Vita non è una fotografia.
Ogni essere umano ha delle caratteristiche che lo distinguono a partire dalle forme ( le fattezze) sino a giungere ai contenuti. Ciò che è dato contenere è il nostro vissuto, inteso come carico di esperienze e ricordi.
Le emozioni che proviamo, sono come dal loro etimo “ex movere”, un movimento che parte da noi e và verso l’esterno. L’ippocampo è il posto dove vengono stivate mentre il volto, spesso è il luogo dal quale vediamo dipartire le nostre emozioni. Volto inteso come superficie in movimento, superficie che racconta o commenta attraverso rossori d’imbarazzo, occhi lucidi e pupille dilatate o aperture al sorriso. Le emozioni alle quali presto maggior interesse sono quelle di relazione, le emozioni che comportano un rapporto con gli altri. Per chi si occupa di ritrattistica le emozioni sono fondamentali perché quando si va ad operare sull’Altro, con quell’atto volto a ritrarre, dovremo tenere conto delle emozioni che il soggetto fotografato prova in rapporto al soggetto fotografante e viceversa. Nello spazio tra queste due forme di un “Accadere” nasce quell’immagine che andrà a fissare quel volto per sempre.
Sto insegnando queste cose in Accademia, e gli allievi ne sono interessati. La scorsa lezione mentre spiegavo come l’inconscio registri l’immagine ancor prima della parola, senza che noi se ne abbia quasi potestà ho fatto in modo e maniera di coinvolgere nella discussione una neuropsichiatra che ha illustrato l’azione dei neuroni a specchio e degli esperimenti svolti a partire dai primi anni novanta, perché desideravo completare un discorso che partiva da lontano, dal fatto che i mistici cristiani, come gli orientali spesso evitano certe immagini, le immagini in generale, conoscendone la pericolosità. Ciò che noi vediamo in un Horror, lo stupro in tv,vero o finto che sia, i miliardi di immagini che circolano in rete,sulle riviste, sono cose che finiremo a stivare in noi e che al momento buono riemergeranno, creando qualcosa di altro in noi, pertanto occorre fare molta attenzione alle immagini. Ecco un esempio vissuto in prima persona.
Per anni ho amato un immagine che ritraeva mia nonna Alberta, giovane, assieme a mio nonno a mio padre e mia zia allora bimbi. Non so perché ma mia nonna la trovavo in quell’immagine molto bella, (scoprii poi che era considerata una delle ragazze più belle del paese) fiera della sua famiglia che con una forma d’Amore totalmente scomparso ha cresciuto ed amato. Perse mio nonno che aveva appena quarant’anni e da allora non ha mai più desiderato un uomo né concepito qualcuno che lontanamente potesse sostituire nel cuore come nelle giornate mio nonno Giovanni Battista Terrile, ferroviere. Sono tutti e quattro sulla collina dove sono solito ammirare il tramonto, leggere e scattare migliaia di fotografie. Quest’immagine come è ovvio da ciò che ho detto poco sopra mi è restata dentro e un giorno di parecchi anni fa rimasi colpito incontrando una ragazza in una trattoria, ne restai attratto, la trovavo bellissima….e non capivo esattamente a cosa ciò fosse dovuto….solo che ne ero attratto senza neppure averla sentita parlare.Tempo dopo presi a corteggiarla e conoscendola e purtroppo idealizzandola (vedi post precedente sull’errore dellsa proiezione sull’Altro) finii per innamorarmene e iniziò una storia di cui sin troppo ho parlato, al punto che non voglio più dirne. Un giorno riaffiorò la foto di mia nonna, oramai io e quella ragazza eravamo una coppia con un bel progetto di vita a due….e capii. Osservai la posa della mano, il fisico magro, lo sguardo serio…..avevo ricordato e fatto riaffiorare quell’immagine di mia nonna e l’avevo ritrovata nelle sembianze di colei di cui mi innamorai. Un giorno venne a casa sua madre….vide la foto e esclamò:- Guarda….sembro io da giovane! Praticamente un gioco di matriosche.
Inevitabile dire che ciò che fisiognomicamente è simile non ha alcun riferimento con il carattere e le modalità dell’agire. Mia nonna condusse una vita di famiglia terminata pochi mesi fà con un cancro all’intestino mentre la mia ex è altrove ad inseguire se stessa ed i suoi sogni che le auguro di riuscire a concretizzare mentre io sono a continuare la mia vita coltivando il mio sogno, avvicinandolo ogni giorno che passa.
Tornerò sulla collina da solo e da quella collina ricostruirò la mia vita, come sto ricostruendo una casa, uno studio ed un progetto lontano dalla citta. La volontà non mi è mai mancata, conosco il buio e la luce, ma non solo nella fotografia, anche nella Vita e la Vita non è una fotografia.
2 Comments
utente anonimo
Mi accorsi che le immagini sono contagiose alcuni anni fa quando vivevo in Spagna…quando camminavo per strada mi capitava spesso di vedere persone che assomigliassero tanto ai miei amici piu cari o alla mia famiglia, tanto da quasi salutarle o per un attimo credere che fossero davvero loro….sarà stata la lontanza da casa, o il bisogno degli affetti più cari, ma vedevo somiglianze ovunque.
Non bisogna mai smettere di coltivare i sogni…nonostante tutto anche io li inseguo ancora
fermamente e credo che spesso ricostruire porti a piu solidità e serenità.
Ciao…Silvia
harambee
Se le immagini sono contagiose, il nostro avvicinarci al segreto che trasmettono vale il rischio…
a volte bisogna girare al largo prima di toccare come fosse la prima volta e salire (o scendere) di nuovo…il sogno.
:-)