Varie
Le songe de Jacob
La creatività e l’immaginario si dilatano in un abbraccio che mi tiene stretto e in questo senso nuove figure entrano nel mio vivere. Domani se non cade la neve o arriva un terremoto realizzerò uno dei miei Angeli…..che sale una lunga scala verso l’alto ed io ritorno con la mente e il cuore al sogno di Giacobbe visto nella mia passeggiata notturna in pigiama al Museo del Petit Palais ….vi allego lo stralcio da un mio commento al post sugli Angeli, del mese scorso.
La collezione Campana,il musee du Petit Palais,il 1998,un meraviglioso ricordo: in francia il conservatore spesso ha l’alloggio nel museo stesso, così era per Ester Moench , che in occasione dei preparativi,delle installazioni per la mia mostra mi ospitò 11 giorni nel Museo. Mi disse: Se segui quel corridoio lungo e apri la porta accedi alle sale….c’è l’allarme,pertanto tieni la distanza dai quadri….ma gira pure il museo se ti và una notte. Lo feci, solo,in pigiama e vidi Simone Martini…Taddeo di Bartolo e Bartolo di Fredi,Ludovico Urbani e la Vergine del Botticelli. Pensai come disporre le mie raffigurazioni,ero estasiato come un bambino al cospetto del più bello dei giochi….attraversavo il rinascimento in pigiama….scalzo e solo, come in una fiaba.
L’altra notte ricevo una mail da un mio allievo che stimo in maniera particolare per come riesce a convogliare la sua creatività sia nello scrivere che nel fotografare: Massimo Ferrando. Mi annuncia che un suo scritto (Massimo nasce poeta ed incontra la fotografia tempo dopo) sarà inserito nell’Antologia "LUCE E NOTTE” (Lietocolle edizioni). La fatalità è che questo volume in uscita è curato da Anna Maria Farabbi, poetessa e oggi posso dire amica, con la quale è cominciato da un anno un lavoro a 4 mani di attraversamento tra parola scritta ed immagine. Dato ulteriore è che Anna Maria mi chiese se potevo scrivere un testo sull’immagine e la Visione ed io lo feci, titolo “Le Immagini che non si possono vedere” un report di un fatto realmente accadutomi. Quindi,è con stupore e intima gratitudine che apprendo che Massimo ed io saremo assieme nello stesso libro, uniti da Anna Maria ….non è un caso, nulla di premeditato, nessuna pastella all’italiana….ma un semplice sussulto dell’Universo che avvicina Anime simili.
La vita stà mostrando ancora il suo volto, l’altra faccia di un dolore profondo che piano piano, con cura e con dignità stò accogliendo in mè e trasformando come mio uso in un atto d’Amore per il Visibile.
Restituisco solo alla vita, ciò che questa mi ha saputo donare e ringrazio dal profondo.
5 Comments
utente anonimo
Non ho potuto fare a meno di curiosare.. per il momento rifletto su un paio di cose che le tue parole mi han fatto nascere dentro poi tornerò a trovarti…
Ciao…
utente anonimo
Grazie Alberto per questo post, inizia col sogno di Giacobbe e per una che ha vissuto il ’68 in un collegio di Suore Francescane fra esercizi spirituali e preghiere, molte le cose che tornano alla mente.
Una scala.
La vita è una scala di cristallo.
I pioli ogni tanto sono tarlati.
Anche io mi sento di ringraziare per ciò che ho avuto.
Giuliana, dal freddo pungente dei tuoi monti.
albertoterrile
Giuliana, devo lavorare a Bomporto indi giovedì, salgo e arrivo a Iola, mi hanno fatto un planning serrato, non sò se riuscirò a passare a salutarti come è mio uso fare….da ormai un anno, la volontà c’è….sai che mi siedo in sala e parlo parlo parlo, poi ti faccio domande precise e ascolto guardando quelle foto appese sul pannello…..hai mai fatto caso che mi siedo sempre allo stesso posto…..e il tavolo è lungo….sempre lì….scoprirò un giorno perchè?
Buon freddo, anche qui…. e parecchio vento.
Aspetto con gioia di salire….io sono portato a salire…
gioeco
Siam portati a salire fra dolori di sale e venti di mare che ci sospingono verse mete, opposte, distanti.
Siamo portati a soffrire per infine capire che il segreto è ascoltare il silenzio che risponde ai mille se e con i quali la vita sa armare le nostre insicurezze, incertezze.
Essendo mia madre insegnante spesso mi faceva restare a scuola durante le sue riunioni collegiali.
La scuola in me riscuoteva un fascino particolare, così silenziosa, un luogo anche da amare.
Spesso quando la giravo tutta da solo, di sera tardi, senza il clamore dei bimbi presi dal fare chiassoso mi soffermavo ad osservari i banchi, i luoghi con la stessa passione che si può riservare ai quadri d’autore.
E invidiamo i custodi che potevano viverla anche di notte.
Sarà per questo che da quelle esperienze ho imparato a fare anche un po’ mia la passione per il silenzio, nè giosico, me ne pento.
Cordial-mente
Giovanni
suryamukhi
Ciao Alberto,
ho appreso la notizia dell’Antologia dalla voce tua e di Massimo all’ultimo incontro. BRAVI!
In ritardo passo dal blog…Non vedoo l’ora di toccare con mano quel libro e depositarlo, dopo averlo sfogliato, letto, vissuto, nella libreria di casa .
Monica