Varie
POUT POURRI
Magiche fontane versavano oro liquido, che si solidificava appena qualcuno l’attingeva con una brocca di terracotta…oppure un’acqua ghiacciata usciva gorgogliando e rumoreggiando dalla roccia, gettando violentemente per aria gli uomini e gli animali che vi immergevano il piede….Un albero lasciava cadere le sue lacrime nell’acqua dei fiumi e ognuna di queste lacrime si induriva, formando una goccia della preziosissima ambra.
…ad un testo del Cappellaio Matto
Le donne edera sono quelle donne che hanno bisogno di aggrapparsi ad un uomo e poi ad un altro e vivere della loro linfa vitale. Non ne mollano mai uno senza avere la certezza di poter sopravvivere attaccate a quell’altro… e così vanno avanti, tra tradimenti e ripensamenti, da un albero all’altro, spolpando e nutrendosi. Vivono di luce riflessa e non sanno sopravvivere da sole. Hanno periodi di intensa fiornitura e vitalità proprio appena cambiato l’ospite di turno, tendono a scurirsi e rabbuiarsi nel momento in cui la linfa vitale non le soddisfa più… Spesso la donna edera fa i capricci. E ancora più spesso è l’emblema della femminilità e della sensualità. Una dea scesa in terra, una musa ispiratrice… sa adattarsi perfettamente a quello che la sua vittima desidera vedere in lei… questo almeno fin quando ne ha necessità.
….sino al mio metaforico terminare
Come giardiniere accorto, saprò riconoscere le piante che privano dell’innocenza … continuando a guardare la luce del mattino, traversando con passo misurato quel perimetro di terra dove crescono fiori spontanei dove tutt’ attorno le api s’alzano in danza.
NB: Onde evitare fraintendimenti e mistificazioni, il soggetto rappresentante (la donna che interpreta le immagini) è un "segno" e i riferimenti testuali non fanno riferimento alcuno alla sua persona.
7 Comments
utente anonimo
Perfetta descrizione, complimenti al Cappellaio Matto che tanto matto non dev’essere, analisi accorta delle donne edera che volgarmente sono chiamate parassiti del sentimento, le vampire dell’amore, le piattole dell’anima insomma.
Bella cosa..piace piace, si si !
Dico questo perchè donne cosi ne ho conosciute e perchè non sono mai stata sola, sono passata dai genitori al primo marito e al secondo. Eppure non mi sono mai sentita edera, nel senso aggrovigliato del termine, però..chissà…oddio, Cappellaio Matto m’ha messa in crisi :-)
Mariatelodicevo
albertoterrile
Un tempo mi dissero che fotograficamente ero come un vampiro che usava le altrui sembianze e mi parve eccessivo anche perchè io non rendo corpi esangui,semmai li declino per ulteriori possibilità espressive.In certi casi il mio fare arte è stato terapeutico, alcune persone hanno sperimentato un miglior rapporto con la loro immagine a seguito del mio operato e…..vi assicuro non è stata mera questione legata all’estetica.
Trovo vera invece la metafora della donna edera e del suo transumare una volta che non c’è più linfa….che non è come spesso accade una questione economica ma di risorse umane,morali,creative. Una relazione si fonda sul numero due…. al bando l’uno….personalmente quando mi sentivo una sola cosa…quando sperimentai quel senso di maestosa felicità dell’unico pensiero/desiderio nello stesso nanosecondo dovetti poi fare i conti con dell’altro, annidato nel buio e nelle profondità….e pagai pegno.
Dicevo che si è in due….ci si può aiutare,spronare,ma nessuno deve vivere all’ombra dell’altro….vi prego NON RISCRIVETEMI IL TESTO DI GIBRAN….lo conosco….se uno dei due non procede per la sua strada, la storia va in malora….nasce l’insoddisfazione…qualcuno si sente deprivato,soffocato,controllato,irrisolto e chi più ne ha più ne metta….poi fine dei giochi,altro giro altro regalo….si chiude di qui e si riapre di là come se si fosse alla ricerca del Santo Graal.
Ho visto coppie meravigliose sfasciarsi….ho visto amori terminare nel rancore…perchè manca un vero amor proprio, manca la conoscenza di se, perchè è molto più comodo cambiare tutto, come una vecchia radio che ci sembra trasmettere sempre sulla stessa frequenza.. MA NON E’ CHE SIAMO NOI incapaci di regolarne la sintonia….irrequieti e impazienti dnon vogliamo attendere la prossima canzone….forse più bella di quella che stavano suonando.
Nel mio viaggio ho incontrato pochissime querce….una era mia nonna ad esempio… e invece molte edere.
Non è una fatalità è un disegno….vedrò di essere più attento…senza rinunciare però al donarmi ancora e ancora col cuore… non con il calcolo, non con aspettative e proiezioni.
ilaele
ciao Alb! molto bello ciò che scrivi e mi ha fatto riflettere… Io ho 26 anni e fino a pochi anni fa forse anche io ero una donna edera, senza volerlo perchè ero solo insicura e avevo incosapevolezza di me. poi sono maturata, mi sono fatta male e ora so che la mia felicità dipende solo da me. ora x me l’amore è innanzitutto dare, dono di sè, dono di me!!
un bacio grande
I.
albertoterrile
Insicurezza e inconsapevolezza….ho avuto alcune storie importanti, due con mie coetanee,una con una persona più giovane e questi due termini erano delle costanti…al punto che ho capito che nulla ha a che vedere con l’età…è maturazione, è consapevolezza.
Ci sono persone che però per non dispiacere…per amore…mentono e non fanno notare o non danno peso a queste cose nel o nella partner generando disastri.
Non posso dire sia il mio caso…in genere dico LO STATO DELLE COSE ma sovente sono stato frainteso.
Io non sono mai stato un uomo edera, semmai nell’intensità un rampicante che saliva in alto…ma per elevare una storia occorrono due braccia forti, un braccio per uno….non braccia per fare un bel gesto, nulla di estetico….braccia che sostengano, braccia forti,poggiate sulla solidità di chi sà cosa vuole, del perchè lo vuole, non di chi ogni giorno farebbe un sogno diverso per poi dire:- Sono belli,sono troppi,non sò come realizzarli.
Io volevo fare il pittore….e anche il chitarrista….scelsi a seguito della pittura la foto e al posto della chitarra la voce…poi vidi dove davo il meglio e restai lì, mollando le velleità musicali….presi un sogno,UNO SOLO e lo resi realtà…..questa cosa nei rapporti d’amore mi ha sempre….dico sempre…generato problemi….
NON SONO MICA TUTTI COME TE CHE SANNO COSA VOGLIONO FARE NELLA VITA…..e pensa che ti ripensa cambiano i volti,gli studi,i corsi,gli stages….talvolta arrivano persino i figli….ma nulla….quei sogni restano lassù o vengono posati e mai realizzati attraverso un nuovo lui….
Anni e anni dopo a seconda dei casi sento dire, quelli che definisco i riconoscimenti POST MORTEM:-
A)Hai un caratteraccio…però eri così creativo,simpatico…..
B) L’avessi capito allora…..
C) Non sai quella cosa si sta perdendo…se ne accorgerà!
A volte quando mi guardo indietro mi dico:- Ho fatto un abbonamento ad un certo modo/mondo oppure è pieno di persone che continuano a non sapere cosa vogliono fare, cosa essere, quale direzione impartire alla loro Vita?
lavocedi
Possa tu incontrare una donna ciclamino,
vivace e resistente anche alle temperature più fredde o, addirittura, una stella alpina, in grado di fiorire fra le rocce.
In fondo, la nostra nonna era un po’ dell’una e un po’ dell’altra.
utente anonimo
Grazie Alberto della citazione ed a tutti gli altri… un po’ mi imbarazzo anche…
L’appoggiarsi nei momenti difficili a chi amiano non è essere edera: certo, possiamo anche privare di energia e di forza chi ci sta accanto nei momento difficili ma quello non è esser parassiti. E’ affidarsi a chi ci ama. Senza questa parte del rapporto siamo perduti.. o meglio instauriamo un rapporto fittizio. Io ne so qualcosa perchè per anni ho avuto paura di aprirmi in questo modo verso chi mi amava ed ho sbagliato. Affidarsi è necessario. Essere edera è sfruttare gli altri a proprio vantaggio e beneficio SEMPRE, con secondi fini basati esclusivamente sul PROPRIO bene e per SE STESSI.
E’ una cosa ben diversa.
La donna edera, amo dire, è mia nemica naturale. Nella mia vita ne ho incontrate parecchie e le conosco assai bene, me ne guardo e le tratto come vampiri energetici: tendo a presentare lo specchio per metterle davanti a quel che sono nel vano tentativo che si redimano… ad oggi non è ancora successo.
IL CAPPELLAIO MATTO
albertoterrile
Appoggiarsi….all’altro è lecito sino a quando non diviene “manierismo” o consuetudine…confidare nell’altro lo sento come essere autonomi e nel contempo aperti e fiduciosi nella sincerità e nel valore di chi amiamo.
Metaforicamente:
spesso su queste istanze c’è chi gioca d’azzardo…. chi fà i segni al compagno di fronte….chi crede di poter ingannare impunemente….si vince una partita….due….poi però arriva sempre il momento in cui si incontra chi è ancora più baro e allora si perde definitivamente la partita.
Personalmente io non gioco, e se anche lo facessi…beh sarebbe a carte scoperte….