Varie
Foto: © Alberto Terrile
VIA DELLA MADDALENA/DESOLATION ROW
and the riot squad they’re restless
they need somewhere to go
as lady and i look out tonight
from desolation row
le forze dell’ordine sono irrequiete
hanno bisogno di un posto dove andare
mentre la mia donna e io ci affacciamo stasera
sul vicolo della desolazione.
Nell’agosto del 1965 Dylan cantava così in un suo album eccelso “Higway 61 revisited”, ed oggi senza bisogno di rimettere le pantofole alla mummia di Fabrizio De Andrè scelgo di scomodare il menestrello di Doluth per descrivere con un immagine l’ennesimo “errore” nei confronti della città e dei cittadini di Genova.
Sono bastate sette firme di residenti per far chiudere “La Madeleine”,locale sito in via della Maddalena: l’elevato rumore infastidiva i residenti. In quel locale sono stato non molte volte, quanto bastava però per poterlo raggiungere incolume con le mie macchine fotografiche, il computer portatile, senza il timore di veder i miei strumenti divenire merce di scambio per poche dosi di eroina.
Alcuni anni fa (1997-Maggio) realizzai per conto della rivista GLAMOUR (del gruppo Condè Nast…quelli di Vogue n.b) un servizio dal titolo GENOVA SI SVEGLIA A MEZZANOTTE dove si mostrava Genova come una città che ancor prima del restyling ad uso G8 cercava di illuminare le notti e i vicoli attraverso dei locali, portando chiarore e anche del frastuono in quel mondo, forse poetico se contenuto nei versi di una canzone, ma nella realtà dei fatti,tristemente intonato sulle contrattazioni tra clienti e prostitute, tra tossici e spacciatori dove le sole luci erano quelle dell’accendino per scaldare l’eroina nella stagnola pronta per essere iniettata o mischiata alla coca per uno sballo con lo speedball.
La droga non è poesia maudit e disperata, ma un espediente per scavalcare o ignorare le proprie paure, un diversivo spesso pericoloso per chiudere o aprire la giornata, la droga è un business per chi la vende, per chi la compera,per chi la condanna e per chi la cura.
Certamente Genova ha l’ambizione un po’ salottiera che si faccia “casino sottovoce”, se vogliamo permetterci l’azzardo di questo termine…..ma chiudendo questo locale, dove tra l’altro sono passate interessantissime realtà musicali,(un nome su tutti Uncode Duello che in genere girano l’Europa accompagnando il vocalist dei tedeschi CAN, formazione storica e storicizzata del Kraut Rock) spegneremo un’altra luce nella notte e lasceremo al silenzio, al degrado e alla droga un altro segmento di uno dei centri storici più grandi e belli d’Europa.
Sono bastate sette firme di residenti per far chiudere “La Madeleine”,locale sito in via della Maddalena: l’elevato rumore infastidiva i residenti. In quel locale sono stato non molte volte, quanto bastava però per poterlo raggiungere incolume con le mie macchine fotografiche, il computer portatile, senza il timore di veder i miei strumenti divenire merce di scambio per poche dosi di eroina.
Alcuni anni fa (1997-Maggio) realizzai per conto della rivista GLAMOUR (del gruppo Condè Nast…quelli di Vogue n.b) un servizio dal titolo GENOVA SI SVEGLIA A MEZZANOTTE dove si mostrava Genova come una città che ancor prima del restyling ad uso G8 cercava di illuminare le notti e i vicoli attraverso dei locali, portando chiarore e anche del frastuono in quel mondo, forse poetico se contenuto nei versi di una canzone, ma nella realtà dei fatti,tristemente intonato sulle contrattazioni tra clienti e prostitute, tra tossici e spacciatori dove le sole luci erano quelle dell’accendino per scaldare l’eroina nella stagnola pronta per essere iniettata o mischiata alla coca per uno sballo con lo speedball.
La droga non è poesia maudit e disperata, ma un espediente per scavalcare o ignorare le proprie paure, un diversivo spesso pericoloso per chiudere o aprire la giornata, la droga è un business per chi la vende, per chi la compera,per chi la condanna e per chi la cura.
Certamente Genova ha l’ambizione un po’ salottiera che si faccia “casino sottovoce”, se vogliamo permetterci l’azzardo di questo termine…..ma chiudendo questo locale, dove tra l’altro sono passate interessantissime realtà musicali,(un nome su tutti Uncode Duello che in genere girano l’Europa accompagnando il vocalist dei tedeschi CAN, formazione storica e storicizzata del Kraut Rock) spegneremo un’altra luce nella notte e lasceremo al silenzio, al degrado e alla droga un altro segmento di uno dei centri storici più grandi e belli d’Europa.
3 Comments
willa
Non è che manco, è che sono… bollita :-)
Mi piace come hai voluto documentare la rinascita delle tue corde vocali… detesto chi si commisera davanti agli eventi della vita, chi si ferma e chi non riesce a vedere il meraviglioso rosso in una scodella bianca! La viva vive se ha un testimone che lo afferma, non solo “io ho vissuto”, ma “ha ragione, io l’ho visto vivere”… :-)
Per quanto riguarda la vita notturna, qui nella mia città posacenere i preti ed il benessere impediscono ogni forma di vitalità serale. E quindi, anche qui, dilaga la microcriminalità, la paura degli altri, il sospetto sulle diverse razze, la prostituzione come alternativa a una tv obsoleta… :-)
Sorrido, al tuo risveglio musicale :-) Io, che soffro di claustrofobia, non potrei sentire in cuffia! E cmq, i rumori vivi, naturali, esterni, mi affascinano :-)
Ho vissuto tanto di musica, ma ultimamente sono così stanca che non riesco più ad abbandonarmici :-)
U abbraccio, e bentornato in forma! Willa
respiromare
Ottimo pezzo, Alberto. Anche tu, direi, sei uno che fa casino sottovoce.
utente anonimo
bè, a dirla tutta i vicoli del centro storico di Genova diventano ogni giorno che passa(o forse sarebbe meglio dire ogni notte) sempre più “desolation row”, e probabilmente persino il grande DeAndrè oggi, dentro quegli stessi carrugi che hanno ispirato i suoi pezzi più belli, ci vedrebbe molta meno poesia e molto più degrado; e se Bob Dylan passasse per i vicoli di Genova, forse anzichè “Desolation Road” comincerebbe a cantare “Don’t think twice it’s all right…”
Marco nodirectionhome