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L’ALBERO DI ALBERTO T.
Non è stato possibile prima d’oggi metter in rete quanto è accaduto il giorno 25 Luglio nell’ambito della mostra FHARE . Per un solo giorno, un monte è stato teatro di un’esposizione che ha visto 11 autori misurarsi col territorio e con la natura. Alla natura si comanda solo ubbidendole, così proclamava F.Bacon il filosofo inglese del 1600 , ed io sono perfettamente daccordo. Quando tre anni fà assieme a Massimo Trenti ed altri 5 pazzi ci inventammo la galleria all’aperto, visibile un solo giorno l’anno feci esperienza di non esser il solo a pensare che le GALLERIE D’ARTE, LE ARENE ESTIVE avevano stancato. Non c’è cosa più ridicola della natura addomesticata, dei parchi dove si fanno belle le istituzioni e gli assessorati nel tentativo di conquistare un nuovo pubblico all’Arte. La natura è il luogo che ci ospita, non un contenitore delle nostre nefandezze. Per realizzare la mia opera, non ho strappato nemmeno un ramo, forse saranno le origini germaniche del mio nome,ma per questa popolazione la natura era SACRA. Se strappavi un ramo ti amputavano un braccio. Formidabili quei tempi!!! Da quando l’essere umano ha oggettivato la natura, ha deciso di dominarla con dighe ed altre robe sono iniziati i veri guai della nostra specie. Un mio zio è missionario da oltre 50 anni in Amazzonia, là per fare i mobili in Tek , le sedie sulle quali posiamo le nostre terga,hanno sterminato intere popolazioni. Il polmone amazzonico stà morendo. Però ce ne accorgiamo solo se ce ne parla STING oppure BONO. Impariamo quindi ad apprendere dalla natura, dai suoi silenzi, dalla vastità e dalla perfezione che ci riconducono al grande creatore. La natura è l’Arte di Dio.
Grande è stata la mia gioia nel vedere il pubblico contento.Sentire dire che il mio intervento era rispettoso dell’albero che ospitava le mie immagini. Chiesi a Massimo Trenti di poter lavorare su una quercia. Ho fatto il mio albero, una pianta che racconta di valori umani, del mio amore per il creato, della natura alla quale sono stato educato dai miei genitori. La quercia è un omaggio a mia nonna Alberta Passini in Terrile che dal 1909 vive su questa terra.E’ un tributo ai valori che a modo suo mio padre Giuseppe mi ha trasmesso, al corredo genetico che comprende le origini dell’Appennino Toscoemiliano. Il mio albero parla della vita, del mio rapporto con l’idea di Fede….ma è stato il mio albero solo il giorno 25 Luglio, ora non ha più le mie foto addosso appese come frutti, ora è tornato ad essere una specie perfetta. Lo ringrazio per avermi ospitato.
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