Varie
Non un giorno di riposo… gli ultimi due dietro alle bozze per una gara per una campagna pubblicitaria. Spesso è una grande fatica fare coincidere un mondo poetico con quello del lavoro che ha altre regole e tempi. Fare pubblicità è una questione legata alla comunicazione, spesso la proposta più bella viene falciata perché riferisce in modo parziale quel mondo che si desidera sottolineare o mettere in risalto. Quando lavori, tutti coloro che si relazionano con te hanno fretta, tutti pensano d’essere i “soli” e questo purtroppo accade anche nel quotidiano….quante persone lasciano la macchina in mezzo alla strada perché corrono a prendere “ un attimo il giornale”…”un attimo il pane”…poi “ i soli” ostruiscono un’intera corsia…perché si uniscono ad altri “soli”…ed è il big bang dell’ordinario. Quest’epoca è ogni giorno più idiota, basta leggere un giornale : la cronaca internazionale è zeppa d’attentati, quella locale di assassini e stupri, gli spettacoli spesso sono specchio dei tempi..vale a dire un film decente ogni trenta, uno spettacolo di teatro ogni venti…la danza…mi sembra già vista…tutti a cianciare di novità e poi….sempre la stessa musica, suonata peggio day by day….nel crescere si conosce, si incontra, si sperimenta e poi ci si trova innanzi un mondo che si regge a malapena sulle stampelle del passato prossimo e cerca di guardare avanti, zoppicando in preda alla balbuzie dell’aver cessato di leggere buoni libri e pensato pensieri che siano degni di tale nome.
Occorre fermarsi un attimo e capire oltre a quello che stiamo facendo, il male che ci procuriamo a correre così….è lo specchio dei tempi il veloce consumo di tutto. Che mi importa allora d’arrivare a 120 anni, magari con gli addominali a tavoletta di cioccolato come su una copertina di Men’s health e poi dovere acquistare un supporto tecnologico per vedere le immagini delle stagioni scomparse, gli uccelli e gli insetti che si sono estinti e magari sentire attraverso qualche chip sottocute la mia musica preferita, fatta con gli strumenti veri…mentre una macchina mi muove tutti i muscoli che avrò atrofizzato vivendo come un astronauta in una camera iperbarica…
Se tutto và avanti così costruiremo nuovamente le case utilizzando il fango e le ossa.. …andremo da un villaggio all’altro in cerca di acqua potabile….e impareremo l’Arte della verità.
4 Comments
Tambu
se la metti così però non c’è speranza… il trend non è invertibile, purtroppo. possiamo rallentare ma non fermarci. (e non sto parlando solo del digitale eh!)
albertoterrile
Sotto stress non avverto speranza,poi se rifletto dico :RALLENTIAMO….e riprendiamoci qualcosa perso per strada…i nostri sensi, il gusto per le cose semplici, i ritmi della NATURA…perchè troppo spesso ci lasciamo prendere dal MECCANISMO DEL VIVERE…già Chaplin con tempi moderni ne trattò esaurientemente….poi un sociologo di cui non rammento il nome scrisse “LA FOLLA SOLITARIA”….insomma…riprendiamoci le nostre vite e i nostri ritmi!!!
utente anonimo
Einstein ha detto che arriveremo a combattere la terza guerra mondiale con le pietre…credo perchè pensasse che solo quelle ci rimarranno come simbolo della velocità con cui l’umanità continua a fagocitare tecnologia, potere, e queto mix di sentimenti e valori che sembra non abbiano più consistensa rispetto alla materialità e alla solitudine…anch’io sono stata risucchiata in questo vortice nei gg scorsi… purtroppo la vita quotidiana non ti da davvero più la possibilità di assaporare neanche per un istante l’odore della pioggia… ma l’importante è riuscire a fermarsi anche per pochi secondi per ristabilire il contatto con tutto quello che ci gira intorno… io l’ho fatto proprio adesso che ti scrivo. un soffio…a presto
cominciare
questa storia così arida e piccola che si ripete perpetuando la sua vana testimonianza di errori sempre uguali
impareremo mai?