Varie
da SOUS LE SIGNE DE L’ANGE 1994
A Natale di quest’anno, 2005, debitamente ritrattato entra in rapporto dialettico con i profili degli Ameba4 ( non pubblico il risultato finito perchè Sugar è in stampa)
IL LUOGO
Sono stato ultimamente troppo legato a raccontare e mostrare mè,gli amici,ecc ma io sono una persona che produce immagine, e che non riesce ancora a trovare il tempo, il modo per raccontare che esiste un luogo, che è mio più d’ogni altro, seppure appartenga come lotto ad altri, uno spicchio di terra dove realizzo le mie immagini più famose e anche quelle meno note, segrete che forse mai pubblicherò….quel luogo ospita il mio Angelo più conosciuto, perché è stato la copertina del libro, un manifesto, una cartolina….ma in quel posto ho realizzato dell’altro, il retrocopertina del nuovo album degli AMEBA4 che andranno a San Remo per la scuderia Sugar (Caterina Caselli) a poche centinaia di metri la lingua che è divenuta la cover del libro di Almodovar, l’immagine di alcuni post fa, quel campo dorato che con i gioiellieri abbiamo presentato a VicenzaOro quel luogo se visto con gli occhi è già bello, ma lì io stò a casa in ogni stagione e momento dell’anno. Il luogo dove raccogliersi. Il luogo dove tutto è centro e nulla è bordo. Il luogo dove essere pensato. Il luogo dove scomparire . Il luogo dove l’altrove abita. Il luogo che mai ha visto delitto. Il luogo dove tutto si fa puro alto e si congiunge con il Divino.
Quel luogo sta a mè come STALKER stà a Andreij Tarkovskij……uno dei film più belli che io abbia mai visto….
La copertina è un close up….ma eravamo lì io e Miriam, poi lei si levò un pezzo di mela dalle labbra ed io…scattai
Sempre lì……. 2000 ………
2003……..questa è della serie che senza figura e areoplano sarà il retro del CD degli AMEBA4
Giacchè negli ultimi tempi più gente mi legge, ecco un vecchio testo mio,sempre attuale che chiarisce il mio pensiero sul fare, sui luoghi….e ovvio su quel luogo….LA MIA ZONA.
L’Atelier
Quando ho veduto la stanza con lo scrittoio sul quale Leopardi scriveva, l’atelier di Picasso, la rudimentale camera oscura di Brancusi , che fotografava da solo le sue opere, ho avvertito al di là dei sensi, qualcosa in quei luoghi: indizi che mi restituivano qualcosa della magia di coloro che là avevano dato corpo alle loro ossessioni.
L’atelier di un’artista è il luogo dove memorie ed intuizioni si concretizzano, le fantasie ed i fantasmi prendono forma: l’Officina dell’immaginazione.
Il mio atelier è l’esterno: la Realtà.
Non mi interessano le luci artificiali, i fondali, gli effetti, per questo nelle mie opere i soggetti sono indifferentemente immersi nella natura così come in contesti urbani , in costante rapporto dialettico col paesaggio.
La fotografia trasforma la realtà, da questa parto e in questa opero: la tecnica che ho maturato accorda la ripresa in esterni e la intona attraverso il lavoro di camera oscura, luogo dove si definiscono le tonalità del mio linguaggio.
Interno ed esterno, coscienza e realtà visibile divengono elementi costitutivi ed indissolubili del mio “fare”.
L’illuminazione è quella solare, modellabile secondo le ore del giorno, radente il primo mattino e la sera, diffusa quando il cielo è coperto da nubi o con la foschia.
La scelta dei luoghi è talvolta precisa :ad esempio l’ Appennino Tosco – emiliano , dove ho le mie radici, altrimenti assolutamente inconsapevole e casuale: lavoro dove capita, mi basta un muro, un albero , una strada, elementi che attraverso la ripresa assumono il ruolo di simboli, figure archetipiche , parole di un alfabeto personale, volte a definire un mio Linguaggio.
L’universo di volti e corpi, prevalentemente composto da persone con le quali ho rapporti di conoscenza, d’amicizia o d’amore viene trasfigurato, come l’albero o il cielo e le nubi, le identità scompaiono, utilizzo il veicolo delle loro sembianze, delle loro forme, per creare nuovi segni che riferiscono di un’umanità che esiste nella mia coscienza.
L’attenzione è rivolta ai gesti quanto alle posture, Spesso i soggetti rappresentati rimandano oltre la cornice che delimita l’immagine perché quello che offro al fruitore è solo una porzione di qualcosa che lo spettatore assumendo un ruolo attivo andrà a completare. Chi guarda è invitato col suo vissuto, con la sua personale prospettiva e visione a relazionarsi con i costituenti dell’immagine al fine di rendere l’opera viva, attiva ed aperta.
Offro delle possibilità per interagire col mio mondo interiore, cerco la dialettica dell’osservatore, è un’opera viva che chiede d’esser proseguita attraverso altrui mondi, non si dà come “assoluto” è una realtà in evoluzione.
La tecnica che utilizzo in sede di stampa conferisce un’idea di tempo “sospeso ed indecifrabile”, sono immagini concepite e realizzate nella contemporaneità, portatrici al contempo di una temporalità sfuggente, anch’essa non definita: i preraffaeliti e l’Arte concettuale, il medioevo, Bjork,i Sigur Ros e il cinema di Bergman, le parole di Ernst Junger e i fumetti della Marvel, le canzoni di Tim Buckley e il manuale di frutticultura ,Van der Goes,Holbein,Cranach e i composti psicoattivi .I Salmi, l’Hard core e la numerologia sono solo alcuni riferimenti stilistici e temporali che un’osservatore smaliziato saprà cogliere.
La luce di questo nuovo mattino è bella, andrò ad incontrare paesaggi e persone.
Buona Visione!
(Iola di Montese,estate 2001, Alberto Terrile)
6 Comments
contrabbubis
Ottimo lavoro!!!! Ieri sera ho avuto il roughmix di un cd in cui ho suonato da un’amica siciliana brava brava e che spero sarà pubblicato presto.
Le ho parlato di te ma lei mi ha detto che già ha un fotografo che lavora per lei:sgrunt.
Cmq non vedo l’ora perchè è proprio una meraviglia.
a presto. bruno
utente anonimo
[…] non vale la pena di andare a Calcutta, a Melboourne o a Vancouver,…non vale la pena di andare a cercare altrove ciò che è già qui. Ci sono sempre sul posto luoghi che stanno aspettando…, basta vederli.[…]
cominciare
qui di sotto ci sono io…è che non avevo impostato il log-in.
grazie per la visita
albertoterrile
Come dicevo alcuni post fà, lo straordinario è nell’ordinario. Eppiteto che è avvicinabile alla mistica cristiana diceva che “Tu sei un frammento di Dio, tu hai una parte di questo Dio in tè”….l’esperienza creativa mi stà portando da tempo a verificare questa cosa…. e se riesco la espongo attraverso l’immagine, spoglia della parola….
contrabbubis
Le tue sono immagini in cui trovo che le parole non servano, così come le tue parole parlano senza necessità d’immagine. E ti distinguono con chiarezza, mi pare. ciao
albertoterrile
Già…..e forse “comunicazione” è proprio questo, per interagire con Contrabbubis,dove la parola virgolettata allude a quel mondo di creativi che per vendere un dentifricio,una padella o la carta per “NETTARSI IL CULO” scomodano segni del linguaggio testuale che debbono completarsi,con i segni dell’universo dei simboli….
Soffro ogniqualvolta il termine “comunicazione” diviene un pachiderma per fare,produrre,spendere palate di soldi….ma queste sono le cose del mondo “in terra”….poi ci sarebbe anche un’altra comunicazione che invece è sempre più rara, rarefatta e lontana…..quando gli umani si dicono delle cose mostrando di non voler esercitare potere,seduzione e guadagno….quando desiderano dire e ascoltare “al di là del profitto”…..