Varie
In questo mondo di personaggi costruiti sul nulla e per il nulla , dai divetti/e da prima serata ai politicanti che sembrano presi a prestito da una brutta rivista di avanspettacolo, brillano coloro che riescono a nascondersi ai media e alla vita per il cattivo uso che se ne fa oggi, della vita ovviamente.
Tiziano Terzani nell’ultimo capitolo della sua esistenza ha scelto di ritirarsi a morire di cancro, lontano dai clamori e lontano da quel sé costruito con anni e anni di lavoro. Desidero citarlo : “Io chi sono? Siccome la risposta non era certo “Io sono il giornalista del tal giornale, l’autore di quel libro o l’ammalato di quella malattia”, provai anche formalmente a non esser più quel che ero stato, a non chiamarmi più col mio nome, a non avere un passato e a diventare semplicemente “Anam il senza nome: un nome appropriatissimo mi parve per concludere una vita tutta spesa a cercare di farmene uno!” (T.Terzani- Un altro giro di giostra- Longanesi & C)
Dovremmo imparare a morire ogni giorno un po’ a noi stessi, per aprirci alle vite altrui. Dovremmo smetterla di sgomitare per un tozzo di notorietà, finirla d’esporre quelli che crediamo essere i nostri talenti perché danno autorevolezza al nostro nome e ci fanno sentire diversi dagli altri. Leo Ferrè diceva nella sua canzone La solitudine “…piscio eiaculo e cago”….ecco queste tre cose le facciamo tutti….eppure ci sentiamo così diversi gli uni dagli altri, così speciali, perché i nostri pensieri pensati ci paiono “illuminazioni”( e credetemi, mi ci metto anche io dentro questo calderone …) mentre qualcuno migliaia di anni fa li aveva già pensati, basta leggiucchiare la filosofia.
Vogliamo distinguerci, esser speciali e lasciamo che la globalizzazione omologhi tutto, creiamo edifici importanti ma le nostre città finiranno per assomigliarsi tutte, piene di telecamere per veder chi passa col rosso, piene di schermi con tanti codici che ci vengono assegnati. Vogliamo distinguerci ma siamo solo dei numeri con password segrete, montagne di cab, abi e cin. Allora proviamo a farci un nome…una posizione, meglio se autorevole, poi come diceva Totò arriva la morte e livella tutto: tomba più bella, con foto e scritte oro e tomba con solo il nome….quel nome che ci hanno dato il primo giorno, quel nome che ci ha rappresentati, che poteva persino incutere terrore, quel nome che resta appeso, se i caratteri sono ben incisi sulla pietra tombale. Quando il marmista mi ha chiesto cosa volevo scrivere sulla tomba di mia nonna, risposi che volevo solo metter il nome, il giorno della nascita e quello della morte…replicò che sì questo lo aveva capito ( tradotto in cifre, non stava guadagnando quanto aveva previsto evidentemente…) ma mi spiegò che la scritta nera dura meno di quella dorata…. “la facciamo dorata vero?”.
Da due anni lascio sempre più spesso la città, mi ritiro sui monti dove faccio lavori fotografici…certo, ma meno “importanti” rispetto al Teatro, alla pubblicità e alle copertine per libri e dischi. Le mie vacanze sono state “ far il muratore”, tagliar della legna, ripulire e verniciare il legno delle finestre. Seduto nell’erba pulivo delle prugne che avevo colto con cui ho fatto la marmellata, ho scattato circa 6 foto in 25 giorni, semplici foto di natura, con il sole che fa vibrare gli steli….e non mi sono sentito assolutamente sprecato in tutto ciò…..ma non perché adesso torno al mondo del lavoro e “Vi faccio veder io chi sono”…assolutamente nò…questo non è lo spirito che ho!
Solo l’idea di dover fare un “brainstorming” , di dover interagire con un “art director” (una razza maledetta di gente che perlopiù non sa far granchè ma teorizza, supervisiona, boccia o promuove la tua fatica) mi dà nausea. Sempre più mi rendo autonomo nelle mie cose, sempre più cerco di prender distanza da certe “forme” che sento viziate…..ma il grande traguardo è un altro…. è riuscire a vivere, ad “essere” senza il bisogno di troppi fronzoli, d’etichette e di tutte quelle stupidaggini sulle quali si regge questo mondo sciocco che continuiamo a distruggere convinti di migliorarlo, con le nostre idee con i nostri gesti e gesta.
Ps : Non me ne vogliano tutti gli art director, come quel giornalista che si indignò perchè gli dissi che quelli che scrivono sui giornali hanno il vizio di imbrattar le pagine e poi se gli scrivi o telefoni personalmente non ti rispondon mai….generalizzare è sciocco, sciocco come quell’Art director di un grosso gruppo editoriale che guardando le mie foto disse : – Sì ho già capito tutto del tuo stile…..sei un ex comunista incazzato!!!!
(((((-
2 Comments
cAMee
Io sono fortunata. L’art director con cui lavoro (sono una copy, ricordi?) ha la testa di una bambina piena di sogni. E’ bellissima e porta ancora i codini. Bacio
utente anonimo
Il batticuore, l’emozione e quasi il magone nel pensare…cazzo ma è proprio vero…è faticoso ma è importante non perdere mai il contatto con la Vita e con la Morte, con la Natura e con i Sogni. Sicuramente non serve andare in Madagascar per capirlo ma aiuta…Fatico ogni giorno ma ne vale la pena. Grazie