Varie
Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma (… in qualcosa che vende)
"ovvero dopo aver ricevuto il terzo invito in un anno per una mostra di Giorgio Faletti prendo penna e calamaio e dico ciò che penso"
…se il Faletti scrittore “dei grandi numeri” impera nelle vetrine delle librerie e fa’ colore e compagnia alle sdraio di Milano Marittima, la versione da galleria (… sì perché è anche Artista oltre che Scrittore, cantante Minchia signor tenente a Sanremo è del 94 e comico) profuma in maniera “imbarazzante” di Mario Schifano e di un pop art comperato a dispense in edicola.
La forma – affermava Michelangelo – esiste già nella materia. Ma occorre l’arte dell’uomo per portarla alla luce. La materia senza la forma è muta, non parla. La forma senza la materia non può nascere ed è senza casa. Ecco il grande compito dell’artista: generare al mondo la forma della bellezza che si nasconde nella materia. Il bello che splende alla mente, l’artista lo fa percepire nelle forme che imprime nella materia.
Lui no anzichè togliere aggiunge delle cose dette meglio da altri.
L'identità di un'artista non è unicamente determinata dal suo mostrare ciò che ha fatto.
Oggi l’Artista pare incapace di essere in solitudine colui che comprende il senso del suo agire.
Questa società spettacolarizzata e grottesca vive di applausi e di consensi: vende i nomi come fossero una griffe.
Giorgio Faletti era infinitamente più credibile, fruibile e forse interessante nei panni di Vito Catozzo o di Carlino quando faceva Drive In, ma come titola la biografia del 1976 di Simon Signoret LA NOSTALGIA NON E' PIU QUELLA DI UN TEMPO.
Leave a reply