Varie
Un castagno
Il taglio nel bosco
“Ti lascerò dormire… arrivo alle sette domattina. Sai, io mi sveglio ogni giorno alle cinque”. Terminata la frase, Antonio accese l’ennesima sigaretta, aspirò a fondo mostrando una vaga somiglianza con Robin Williams e si avviò verso il camion .
Dietro casa c’è un piccolo bosco che Antonio s’è offerto di ripulire. La guerra lo rasò per evitare che qualcuno vi si potesse nascondere. Mio padre nel millenovecentosettantasette vi piantò nuovi alberi.
Sono i luoghi della linea gotica, vere zone erogene per gli amanti del militaria.
Odio la guerra ma ancor più l’imbecillità degli uomini che la provocano, la promuovono e ne amano le forme.
Trovare i resti di trincee in un castagneto o qualche scheggia di bomba rinnova in me solo l’aroma ferroso del sangue . Preferisco l’odore del muschio o il profumo del tiglio in fiore.
Quando Mario Rigoni Stern scrive di natura mi emoziono ma se racconta la guerra, abbandono quelle pagine lasciando tracce di sangue sulla neve come fa la lepre.
Ho un animo curioso. Voglio comprendere come si cura un bosco.
Detesto la classe che nel salotto bello si emoziona per l’Africa della Blixen , le cacce di Hemingway e l' oriente di Terzani , la classe che sposa il Walden di Thoreau mentre attende che gli venga servito il the con i biscotti.
Alle sei scesi dal letto. Indossai vecchi pantaloni e una maglietta e feci una carezza a Pippo il cane di Antonio che al pari di un umano, ogni mattina deve tenere a bada l’ipotiroidismo con una pastiglia. Pippo avanza piano sotto il peso della malattia che lo ingrassa. Sospira,soffre anche di asma. Eredità materna.
Ti guarda con lo sguardo più dolce possibile, lo sguardo proprio di certi cani. So che prima o poi verrà soppresso per evitargli inutili pene. Non riesco a sciogliere il nodo in gola e come una cinepresa ruoto lo sguardo facendo una rapida carrellata sul piccolo bosco.
“Andiamo..” dice Antonio. Lo seguo.
Per un giorno e mezzo ho trasportato con fatica fascine di legna passando “il pennato”. Ho caricato 4 camion di frasche e fogliami, appreso l’inclinazione di un taglio per la potatura:- “l’albero non deve soffrire troppo né marcire assorbendo dalla ferita l’acqua piovana".
Nei giorni più caldi dell’estate ho potuto lavorando persino riflettere su come troppe cose in questa società vengano classificate in maniera strana.
Il sudore ad esempio, è un modo del corpo per difendersi dal caldo e spesso, ma non è questo il mio caso, ha un odore acre.
Ecco quindi la corsa all’utilizzo di prodotti che contrastano la traspirazione , espedienti per coprire o diluire con aromi più gradevoli ciò che naturalmente produciamo.
Come una corona a cingere il capo, il sudore scende sul mio volto rigandolo dolcemente. Mi sembra la carezza di una madre amorosa nei confronti del proprio figlio che si è affaticato.
Nido d'uccello sull'albero di prugne
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